il muro - Per la Salute Mentale

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"Il primo a venirmi incontro è Walter, alla ricerca della solita sigaretta. Poi Andrea, spinto dall’impellente necessità di farsi una doccia prima delle otto del mattino, privilegio negato dal sonnolento turno smontante notte.i
Alla spicciolata arrivano tutti i colleghi del mattino. La notte è stata pacifica; rassicurato dalla notizia delle ( forse ) prossime dimissioni, Andrea non ha giocato con i fiammiferi, incendiando il comodino come due notti fa. Chi va all’ambulatorio in Distretto? Io e una collega."

Una giornata di Antonio Coslovich. Infermiere al C.S.M.
Lorenzo Decarli

 
 

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…Quando il mio peso mi sarà leggero…
    da Ungaretti, Preghiera      
      
" Veglia "
Patrizia Rigoni

 
 

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"....Ambra è Ambra. Non ha nemmeno un cognome. E’ una giovane volontaria che ha deciso di prolungare il suo tirocinio al Centro di Salute Mentale anche dopo aver terminato il suo corso universitario. Non ha un cognome perché si presenta e viene presentata come Ambra, come se fosse una specie di valletta, o di dattilografa, o di telefonista che si occupa di promozioni. Al Centro è l’ultima arrivata, è lì da circa sei mesi ma sta ancora cercando il suo spazio. Solo da poco ha iniziato a parlare con il primario, perché il primo impatto che aveva avuto al suo arrivo, era stata una sfuriata delle solite, ma lei non lo sapeva che non c’era niente di personale in quell’urlare e sbraitare e così aveva preso subito le distanze da quell’uomo scorbutico e sempre nervoso."

"Madame A."
Cristiana Sindici

 
 

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"Perché?
Sai, avrei preferito non esserci al tuo funerale, avrei voluto non guardare il colore grigio della tua pelle, avrei dovuto non fissare le tue ossa sporgenti, ma era l’unico modo per credere che non saresti più stata con me. Era il 18 ottobre.
Perché?
Ho infilato i tuoi ultimi vestiti in una borsa di plastica, scegliendo la biancheria tra i cassetti dell’armadio divelto di camera tua, rovistando tra i mucchi di indumenti appoggiati sul letto, frugando tra le montagne di oggetti buttati sul pavimento. Era la prima volta che entravo in quella stanza.
Perché?.....
IO L’UNA E LEI L’ALTRA
Claudia Battiston

 
 

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"........Ma la riforma ha anche aiutato il moltiplicarsi e diffondersi di pratiche nuove, che dimostrano che i diritti umani, la dignità e la cittadinanza delle persone con disturbi mentali possono essere prese sul serio da un sistema pubblico di salute.
Una mia amica, che dirige una associazione di utenti a Torino, usa dire “io sarò matta, ma di certo non sono matta quando dico che le cose in psichiatria possono cambiare. Io l’ho visto che è possibile”.


La riforma italiana, in breve (lezioni apprese)
Maria Grazia Giannichedda

Versione italiana della relazione introduttiva  “The Italian Mental Health Law reform. Lessons learned” presentata al Second International Training Forum on Mental Health, Human Rights and Legislation organizzato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra il 10-12 novembre 2003

 
 

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Mi sembra importante sottolineare che la prima voce, e sicuramente la più forte, è stata quella dei pazienti che hanno contestato con molta nettezza l’uso del TSO, definendolo un sistema coercitivo che attesta il fallimento personale del terapeuta.
Il TSO è il risultato di più fattori negativi. Innanzi tutto attesta una carenza educativa e culturale di chi (e volontariamente non li chiamo terapeuti) deve curare e invece imprigiona: che mentalità può avere un medico che, a un certo punto, si rifiuta di usare la sua professionalità ed è disposto a trasformarsi in carceriere?


E se il TSO non ci fosse?
Riflessioni a margine di un gruppo di lavoro

Ivana Mina


 
 

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